Lamon
L'altopiano di Lamon, lembo estremo del Feltrino Occidentale, si estende alle soglie delle Dolomiti confinato ad Est dalla profonda incisione del Torrente Cismon e attorniato da rilievi montuosi e collinari che lo separano dall'area del Tesino e della Valsugana. Il capoluogo si sviluppa su di un ampio terrazzamento di origine alluvionale a 600 metri s.l.m. mentre il resto del vasto territorio, oltre 54 km quadrati, risulta scosceso ed a tratti difficilmente accessibile.
Nonostante ciò, nel passato, ogni più remoto lembo di terra venne colonizzato e, ancor oggi, si contano oltre 20 frazioni abitate. Nella conca Lamonese sono segnalati numerosi ritrovamenti preistorici che testimoniano la presenza umana nella zona fin dal Neolitico. In una grotta nei pressi di San Donato si sono rinvenuti abbondanti resti ossei riferibili all'Ursus Speleus; lo scheletro di uno di questi orsi è stato completamente ricostruito ed è esposto nell'atrio del municipio di Lamon.
Il territorio, romanizzato intorno al I secolo d.C., era attraversato dalla Via Claudia Augusta, una strada militare che collegava Altino con la Rezia. Il suo percorso era disseminato di fortificazioni, una delle quali molto probabilmente sorgeva sul Colle di San Pietro, dove venne poi edificata l’omonima chiesa parrocchiale.
Nella zona di San Donato questa presenza è stata confermata con il ritrovamento nel 1836 del "Calice del Diacono Orso", il calice eucaristico più antico dell'occidente cristiano. In località Piasentot si sono poi rinvenuti, recentemente, i resti di una necropoli tardoromana oggetto di una vasta campagna di scavi archeologici che ha permesso di riesumare oltre 80 sepolture con annesso corredo funerario costituito da orecchini, collane, fibule, monete...
Parte di questi oggetti sono esposti nella mostra "La necropoli romana di San Donato" sita nel centro del paese, in Via Resenterra 19. A poche centinaia di metri dal centro è inoltre visibile un ponte romano recentemente restaurato.
A partire dal XII secolo “la Pieve di Lamon” si diede una serie di norme scritte, raccolte nella “Regola”, libro che ancor oggi testimonia come l'economia del paese fosse basata sull'allevamento e sullo sfruttamento del territorio. In particolare Lamon vanta una tradizione nell’ attività della pastorizia svolta sia in loco che su tutto il territorio veneto-friulano e nella coltivazione del fagiolo. Coltivazione che ha portato, ormai tutti, ad associare automaticamente il nome del paese di Lamon a quello del prezioso legume ivi coltivato.
Figure tradizionali, quelle dell'allevatore e dell'agricoltore, a cui in paese, con il passare dei secoli, si aggiunse quella del "Cromèr", venditore ambulante di chincaglerie che, a piedi o in bicicleta, svolgeva il suo lavoro in tutto il Nord Italia e in alcuni paesi europei (in particolare in Svizzera).
Lamon offre al turista-visitatore la possibilità di godere di un ambiente sereno e rilassante con l'opportunità di effettuare numerose escursioni naturalistiche lungo sentieri che lo possono portare alla riscoperta di borgate ormai disabitate, ma non per questo prive di fascino, oppure sino ai 2069 metri della cima del Monte Coppolo.
Importante per l'economia ed il prestigio del paese risulta la presenza del "Centro Regionale di Riabilitazione Funzionale di Lamon" che fa capo all'ULSS n° 1 Dolomiti. Nei suoi pressi è stato allestito un parco da cui si possono ammirare dei bellissimi paesaggi in lontananza. Di particolare interesse per il visitatore sono poi la chiesa di San Daniele (oggi sconsacrata e diventata un contenitore di iniziative culturali), la sala consiliare dove è presente un affresco del m° Antonio Bottegal e la sede del Gruppo "Drio le Péche" (Via Roma 15) dove si possono osservare gli oggetti caratteristici della vita di un tempo. Lamon offre importanti attrattive anche per gli appassionati della buona tavola con la possibilità di degustare svariati piatti tipici del paese come la carne di pecora affumicata, il formaggio fritto, il "pendolon" e i numerosi altri piatti legati alla tradizione.